All’ascoltare le parole del giornalista, di prima mattina, ho avuto un accavallarsi di pensieri.
Era prima mattina e, fra i titoli di apertura del giornale radio delle 7:00 , si arriva all’omicidio di Giulio Regeni. Vicenda nota, intricata e triste.
Il giovane viene trovato morto in Egitto; sul suo corpo segni della tortura. Ad un mese dalla sua scomparsa (il 25 gennaio 2016) ancora solo ipotesi sulle ragioni dell’omicidio.
E’ il 38-mo secondo del giornale radi quando le parole:
Chieste ai social le password per ricostruire gli spostamenti del giovane.
mi fanno sobbalzare.
Perché ancora non c’è la libertà per decidere delle proprie cose?
Perché ancora non si attua una volontà digitale ormai matura per uso ed estensione della tecnologia?
Avrebbe voluto, io giovane ricercatore italiano, si accedesse alla propria documentazione?
Quanto manca ancora per una reale applicazione della volontà digitale?
Puoi delegare un’altra persona ad andare a prendere tuo figlio all’asilo?
Devi chiedere il permesso al proprietario dell’appartamento perché un persona entri in casa tua, anche se sei solo in affitto?
Ed allora perché si devono chiedere le password ai social per avere qualche cosa che già ci appartiene?